Costruzione dal basso: in cosa consiste e perché se ne parla sempre più assiduamente
Posted by F2.0 in Allenamenti e Tecnica

C’è chi parla di moda, chi di vizio, chi ne elogia le possibilità create per la squadra e chi ne scongiura la messa in atto: stiamo parlando della famigerata costruzione dal basso, da anni ormai argomento di dibattito tra esperti del settore e non solo, considerata per alcuni una tattica strategica, innovativa e vincente e, per altri, motivo di numerose e deludenti sconfitte in campo. Un elemento, questo, che crea fazioni per ora inconciliabili, tra “difensivisti” e “offensivisti”, “risultatisti” e “giochisti”, alcuni convinti che la strategia vincente rimanga sempre e comunque calciare la palla lunga e far salire tutta la squadra invece di creare situazioni di gioco nei pressi della propria area.
Per chi si fosse approcciato ora all’argomento risulta utile però fare chiarezza riguardo all’argomento: che cosa si intende infatti per costruzione dal basso? Con l’espressione ci si riferisce a un movimento del pallone da fondo campo, dal portiere ai difensori centrali, che permette un buon possesso palla e il superamento di “blocchi” avversari. La costruzione dal basso risulta vincente grazie a una ottima organizzazione di squadra, capacità di scelta, ascolto dei compagni e, imprescindibile, una eccellente tecnica individuale di ciascun giocatore, portiere compreso che, da alcuni anni a questa parte, proprio grazie alla costruzione dal basso, si conferma essere una figura che utilizza tanto mani quanto piedi per giocare, sicuramente più che in passato quando questa tattica era inutilizzata.
Nonostante molti telecronisti e esperti ritengano che la costruzione dal basso sia pericolosa e poco utile (basti pensare che Maurizio Crosetti, tra i giornalisti sportivi italiani di punta, da anni firma di Repubblica, ha definito la tattica “la corazzata Potëmkin del calcio contemporaneo”) bisogna anche considerare i dati: gli ultimi dieci anni hanno visto un aumento significativo nella media dei passaggi per partita, frutto di un cambiamento di tattica di gioco che vede proprio la costruzione dal basso tra le tecniche maggiormente adottate, al fine di mantenere il più possibile il possesso di palla.
Nel concreto, dunque, quali sono i vantaggi più tangibili che ormai portano tantissime squadre (comprese quelle che mettono meno in atto i principi del gioco di posizione) ad adottare sempre più frequentemente la costruzione dal basso?
Prima di tutto la tattica permette sicuramente di manipolare e scombinare lo schema della squadra avversaria, creando “disordine” tra attaccanti e difensori. Essa, inoltre, porta alla maggiore creazione di spazi di attacco, oltre naturalmente a un maggior controllo del ritmo di gioco, dato dal possesso della palla. I lanci lunghi ovviamente rimangono un must nelle tattiche adottate, ma sarebbe sbagliato nascondere il fatto che questo tipo di gioco permette meno il controllo palla rispetto a una costruzione dal basso.
Di rimando, ovviamente, esistono però anche alcuni rischi, legati ovviamente alla possibilità di perdere la palla nella propria area, nel momento in cui la squadra è “aperta” per favorire la circolazione e il rinvio del pallone: ciò che ne consegue, infatti, in alcune occasioni, è una repentina perdita del possesso palla, con successivo attacco degli avversari e, in alcuni casi, reti subite. Sono proprio queste le occasioni che hanno portato a un acceso e “violento” dibattito legato a questo tipo di gioco, creatore di fazioni che non riescono a trovare un comune terreno su cui essere d’accordo.
Qual è dunque la soluzione migliore per un gioco impeccabile, che riesca a mettere d’accordo i “fanatici” della costruzione dal basso e i più “negazionisti”? Questa tattica risulta l’unica soluzione da adottare per un gioco nuovo, dinamico e interessante? La risposta più immediata è no: ogni squadra ha propri punti di forza, ogni allenatore ha la propria idea di gioco e ogni calciatore ha proprie caratteristiche, da sfruttare in alcuni casi per la costruzione dal basso e in altri per i classici calci lunghi di rinvio che, non dobbiamo dimenticarlo, hanno salvato e continuano comunque a salvare molte situazioni in campo. Bisogna aggiungere, inoltre, che per mettere in atto una solida ed efficiente costruzione dal basso è necessario che l’allenatore abbia tempo a sufficienza per sperimentare, capire e pianificare le modalità più adatte alla squadra.
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